Direttiva casa green

È stata definita la direttiva per la casa green. Si tratta dunque di una vera e propria riqualificazione energetica degli edifici, con i primi obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni al 2030 e target finale di neutralità climatica entro il 2050.

Approvata da tutti gli Stati ad esclusione dell’Italia e dell’Ungheria che comunque dovranno adeguarsi. Ogni Paese avrà tempo circa 2 anni per adeguarsi mettendo in essere un vero e proprio piano attuativo di carattere nazionale.

La situazione della direttiva Casa Green in Italia

Per il Bel Paese il discorso della riduzione delle emissioni è complesso, come abbiamo già raccontato in altri nostri approfondimenti. Ciò a causa del fatto che si stimano attorno ai 5 milioni gli edifici In Italia appartenenti alle classi energetiche F e addirittura G.

La direttiva Casa Green, così è stato ribattezzato il provvedimento Energy Performance of buildings Directive EU/2010/31, mira alla riduzione in modo drastico delle emissioni in due primi step previsti per il 2030 e il 2035, ben prima del 2050 dunque.

Scansione della direttiva casa green per la riduzione delle emissioni

Per rendere possibile la riduzione delle emissioni, la direttiva Casa Green prevede una differenziazione fra immobili pubblici e residenziali così come fra edifici di più recente costruzione e edifici più datati.

Fissato entro il 2040 il divieto di installare caldaie a gas, per gli edifici residenziali la data di riferimento del 2030 interessa la riduzione dei consumi stabilita del 16%, mentre per gli edifici pubblici le percentuali sono del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Sono previste però eccezioni per costruzioni di natura temporanea, edifici di carattere storico, abitazioni utilizzate per meno di 4 mesi all’anno o con un consumo su base annua stilato come irrisorio.

Siamo andati a cercare di capire il perché del no dell’Italia a questa iniziativa, alla quale ricordiamo che dovrà comunque far riferimento. La risposta sta nel fatto che il nostro ministro dell’economia Giorgetti, mostra perplessità di fronte all’aspetto finanziario che mette in moto dover rispettare la direttiva casa green per la riduzione delle emissioni.